“Inflammation: the secret killer” (“Infiammazione: il killer silenzioso”)
- iveta-semetkova
- 6 giu 2019
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 28 lug 2019
Capire non basta… bisogna agire!
Nel febbraio 2004 il Time pubblicò questo articolo: “Inflammation: the secret killer” (“Infiammazione: il killer silenzioso”). Da allora la lotta a questo killer l’abbiamo persa, nonostante i farmaci antinfiammatori, immunosoppressori, cortisonici siano proliferati. Le sue vittime, spesso, non sanno neanche il danno che stanno subendo e continuano imperterrite ad alimentare quel fuoco che poi le porterà ad ammalarsi in modo cronico. Quindi, basta sapere che le malattie hanno una base infiammatoria? Evidentemente no. Quindi bisogna trasformare la nostra conoscenza in azione per poter costruire delle basi solide alla nostra salute.
Un corpo antico all’interno di una realtà moderna… dalla quale non può scappare. Sarà la nostra chiave di lettura. Cosa accade all’interno del nostro corpo ogni volta che decidiamo di massacrarlo (volontariamente o involontariamente) con tutte le idiozie moderne?
L’INFIAMMAZIONE
Per capire cosa non sta funzionando bisogna prima capire come funziona se funzionasse correttamente. In un corpo sano il processo infiammatorio è una risposta fisiologica ad una situazione di allarme del corpo: si attiva velocemente con una cascata molecolare, porta a distruzione dell’elemento disturbatore, fa pulizia dei rottami, ricostruisce eventuali danni in modo da ripristinare il più possibile l’ambiente iniziale. Dopodiché tutti a casa e ci si riposa.
L’infiammazione, quindi, non è il reale problema, è la sua mancata regolazione che la trasforma in un potenziale nemico.
Tutto questo funziona, infatti, solo finché siamo in salute e quindi il nostro Sistema Immunitario ha tutto il tempo e le risorse per mantenere in ordine casa, pulirla e mandare via gli inquilini indesiderati o iniziare a fargli pagare l’affitto.
Sono tre le funzioni del Sistema Immunitario principali:
1) Contrastare l’ingresso indiscriminato di sostanze nel corpo e rispondere alle sollecitazioni d’allarme adattandosi velocemente, che è forse la funzione più conosciuta per la quale si fa un uso sempre più smodato di antibiotici e vaccini.
2) Smantellare i tessuti corporei invecchiati, danneggiati o comunque scarsamente funzionali.
3) Integrare nella biodiversità biologica e funzionale del nostro corpo organismi ad esso estranei permettendogli di vivere in simbiosi con il resto dell’ecosistema Uomo.
In un corpo che può definirsi sano i contributi pro-infiammatori, che quindi intervengono sulla prima fase dell’infiammazione, e i contributi antiinfiammatori, che intervengono sullo spegnimento del processo infiammatorio, sono in equilibrio tra loro: essenzialmente funziona bene l’acceleratore, ma abbiamo anche un buon freno.
BUONO O CATTIVO
Intanto è importante ridefinire il concetto di buono o cattivo nel nostro corpo.
Ogni componente del nostro corpo ha una funzione ben precisa all’interno di un meccanismo complesso volto a mantenere l’equilibrio e mantenerlo questo equilibrio anche rispetto all’ambiente. Non esistono buoni o cattivi, esistono equilibri e disequilibri.
È importante capire quanto facciamo parte di un superorganismo Ambiente, di cui noi siamo solo delle cellule, e come gli organismi che popolano il nostro corpo non sono altro che parte integrante del superorganismo Corpo: se capiamo i danni che stiamo facendo all’esterno, capiamo anche i danni che ci stiamo procurando all’interno.
Cosa accade quando invece questi equilibri si rompono? L’infiammazione, in un contesto in cui le componenti pro-infiammatorie sono nettamente superiori a quelle antiinfiammatorie tenderà ad accendersi con maggiore facilità, ipersollecitata dall’esterno e dall’interno da tutte le nostre abitudini dal mangiare, al dormire, all’ambiente, al lavoro che iperalimentano questa fase, ma avrà serie difficoltà a terminare il processo, sempre a causa delle stesse abitudini che invece sottraggono gli strumenti per portarla a termine (vita all’aria aperta, riposo, respirazione corretta), innescando una cascata senza fine che porta alla distruzione indiscriminata anche dei tessuti buoni (malattie autoimmuni) o non riuscendo a smaltire con efficienza i tessuti danneggiati (tumori) o portando a degenerazione i tessuti semplicemente perché posti in condizioni lavorative assurde (malattie degenerative).
DA EQUILIBRIO SI PASSA A MALATTIA
Tutta la cascata infiammatoria è funzionale finché gli attivatori della fase pro-infiammatoria e quelli della fase antinfiammatoria sono nelle giuste proporzioni. Questo fa in modo che la progressione dell’infiammazione sia fisiologicamente portata a termine, auto-estinguendosi ad allarme rientrato ripristinando i tessuti danneggiati riportandoli alla piena funzionalità o, laddove il danno è eccessivo alla formazione di tessuto cicatriziale. Il problema lo abbiamo quando questo meccanismo si inceppa, bloccandosi nella prima fase (pro-infiammatoria) o avviando dei cicli troppo ravvicinati di infiammazione. Nel lungo termine i tessuti vengono talmente danneggiati dall’azione pro-infiammatoria che non si ha più la possibilità di riportarli ad una piena funzionalità, quindi viene sempre più prediletto il sistema di cicatrizzazione, finché con il progredire dei cicli di infiammazione non si perde la totale funzionalità dell’organo o tessuto interessato. Quindi non è l’infiammazione in sé ad essere un problema, bensì il suo malfunzionamento. L’essere umano ha sviluppato la propria individualità dal resto dell’ambiente e, insieme all’ambiente che lo accoglie, in milioni di anni e ogni cosa che accade all’interno del nostro organismo così complesso è regolata da leggi ferree dove non ci sono errori, non ci sono buoni e cattivi, ma tutti hanno uno scopo ben preciso e dobbiamo capirlo a fondo in modo da porre il giusto intervento. Intanto è sbagliato parlare di immunosoppressione: se abbassi il Sistema Immunitario uccidi il tuo esercito personale volto a difenderti. È più corretto invece parlare di immunomodulazione. Pensando ad un’orchestra: l’immunosoppressione non permette l’esecuzione di un concerto se non, forse, in modo sgangherato, l’immunomodulazione invece è il lavoro di un bravo direttore che permette a tutti gli strumenti di suonare sincronizzati con la melodia da eseguire. Troppa infiammazione cronica non va bene, un corpo che non è in grado di rispondere alle sollecitazioni esterne e quindi non in grado di far partire il processo infiammatorio a tempo debito, non va bene ugualmente. Il Sistema Immunitario ha il compito di riconoscere il self dal non-self. Self: che ci appartiene Non-self: estraneo... Molto semplicistica come definizione: cosa è estraneo e cosa invece fa parte del nostro sistema Corpo?
Delle cellule tumorigene non sono più riconosciute come self, o meglio dovrebbero essere riconosciute come non-self se tutto funzionasse bene. I microorganismi del nostro intestino sono self, ma se perdono l’equilibrio tra di loro diventano non-self. Ed ecco che i concetti di buono o cattivo cadono. Cosa è buono e cosa è cattivo realmente? tutte le abitudini conclamate che allontanano il Sistema Immunitario dal suo equilibrio possono essere considerate cattive. Si parla tanto di molecole che interferiscono o intervengono in determinati momenti, ma si parla veramente poco di come poter lavorare sui meccanismi molecolari, senza l’uso dei farmaci, attivando quei naturali processi che sono propri del Sistema Immunitario, ma che non riesce più a svolgere. Se è un problema di infiammazione e non ci fosse alcun modo dall’esterno di intervenire, allora veramente gli antinfiammatori sarebbero la nostra unica speranza, ma stiamo vedendo che non è così, anzi, sono proprio loro che determinano una difficoltà di risposta del nostro Sistema Immunitario.
DA DOVE SI PARTE?
L’intestino, con la sua parete che funge da barriera all’ingresso indiscriminato di sostanze ed agenti estranei, con i suoi microorganismi che fungono da avanguardia del nostro esercito mantenendosi in equilibrio, sono infatti i primi strumenti del nostro Sistema Immunitario. Solo successivamente, in realtà, intervengono le retrovie, che consistono nei linfociti e nei macrofagi, ma solo quando il danno è fatto: ma il nostro Sistema Immunitario interviene anche per impedire che il danno si verifichi. A carico della flora intestinale ci sono tutta una serie di metabolismi e metaboliti che vengono prodotti, uno squilibrio a carico di questa vuol dire far partire una valanga di reazioni a catena difficili da controllare che sfociano nel più delle volte in patologie croniche. Ma le condizioni in cui ci troviamo diventano croniche perché sistematicamente ci impegniamo a fare sempre gli stessi errori, alimentando sempre gli stessi meccanismi e inducendo sempre le stesse reazioni errate nel nostro corpo. Dallo squilibrio intestinale di solito il passo successivo è una condizione di malassorbimento e di invasione del corpo da parte di sostanze più o meno tollerate dal nostro organismo che attivano delle risposte esasperate. A questo segue uno stato di allerta infiammatorio costante che fa lavorare sempre meno efficientemente il sistema di coordinazione del corpo (il Sistema Endocrino) che a sua volta manda in tilt tutti i metabolismi non riuscendo a coordinare al meglio i segnali ricevuti. Ed ecco che abbiamo creato la nostra malattia.
IN CONCLUSIONE
Ogni giorno abbiamo strumenti per salvarci e per distruggerci. In base a quali decidiamo di usare più frequentemente riusciamo a determinare il nostro stato di salute o di malattia. Le soluzioni per adesso portano tutte ad un capire meglio l’equilibrio Uomo-Natura che abbiamo distrutto quasi totalmente.
fonte
Ethel Cogliani
Nutrizionista specializzata nel trattamento delle patologie autoimmuni.Autrice dei libri “Dietro la Malattia” e “Tiroide X-Files”. Editrice e capo redattrice della rivista “IMMUNOREICA Magazine – La prima rivista dedicata all’approccio funzionale delle malattie autoimmuni”.
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