VERMI INTESTINALI
- iveta-semetkova
- 25 set 2017
- Tempo di lettura: 17 min

L’argomento parassiti ed in particolare i grandi parassiti, ossia i vermi, merita un particolare approfondimento per l’importanza e la gravità di questo problema che viene sottodimensionato e sottovalutato (quasi ignorato) dalla medicina “ufficiale” odierna.
Ogni generazione prima dell’epoca moderna ha sempre preso in considerazione l’importanza di depurarsi dai parassiti, ma la nostra generazione ha scelto di ignorare la questione. Eppure, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità stima che un quarto della popolazione mondiale è infestata da parassiti nell’intestino. In realtà, recenti studi e statistiche riportano cifre ben più consistenti ed il mondo occidentale non ne è esonerato, anzi; piuttosto ciò che si evidenzia è la maggior diffusione, nei paesi industrializzati, di alcuni generi di parassiti rispetto ad altri maggiormente presenti nei paesi del terzo mondo, ma i fenomeni, sempre più comuni, di immigrazione, i viaggi e gli scambi commerciali favoriscono e continueranno a facilitare l’interscambio delle varie specie, la loro espansione e la generale crescita del fenomeno.
Il Dr. Louis Parrish, specialista in parassiti a New York scrisse nel 1991: “basandomi sulla mia esperienza, stimo che il 25% della popolazione di New York è infestata…in proiezione nel 2025 8,3 miliardi di persone sulla terra saranno infestate da parassiti.”
Dal libro ‘Guess what came to dinner?’ di Anne Louise Gittleman leggiamo: “I parassiti sono un serio pericolo pubblico perché poche persone ne parlano e ancora meno li prendono in seria considerazione. Sono insidiosi a causa del concetto sbagliato, anche tra le persone che operano in campo medico, di considerare i parassiti come un problema del terzo mondo.” Fra l’altro, aver sottovalutato il problema ha inibito lo sviluppo e la ricerca di test diagnostici che, quindi, sono datati ed inadeguati; esistono circa 1000 specie di parassiti, tuttavia al giorno d’oggi è possibile testarne solo 50.
Inoltre, ciò che complica ulteriormente la definizione di una precisa diagnosi, oltre ad una manifestata evidenza del problema che si verifica però in una modesta percentuale di casi, è la numerosa e quanto più varia sintomatologa.

I sintomi dell’infestazione da vermi
I parassiti possono infestare qualsiasi parte del corpo umano, inclusi l’addome, il sangue, il torace, il diaframma, il tratto digerente, l’apparato respiratorio, il sistema nervoso, compreso il cervello, i piedi, le mani, i genitali, il fegato, i muscoli, la pelle e le braccia. Da ciò si comprende la difficoltà di effettuarne la diagnosi, che in mancanza di test adeguati, si affida quasi esclusivamente all’intuito del medico, poiché i sintomi possibili difficilmente conducono immediatamente a diagnosticare un infestazione da parassiti; ne riportiamo i principali:
• Costipazione: alcuni vermi, a causa della loro forma e dimensioni, possono fisicamente ostruire alcuni organi. Infestazioni “pesanti” di vermi possono bloccare il condotto biliare ed il tratto intestinale rendendo l’evacuazione difficile e non frequente.
• Gas e gonfiore: alcuni parassiti vivono nella parte superiore del piccolo intestino; l’infiammazione che ne segue porta a produzione di gas e a gonfiore con conseguente tensione addominale.
• Sindrome dell’intestino irritabile: i vermi possono irritare ed infiammare le cellule della parete intestinale, portando a una varietà di sintomi gastrointestinali e a malassorbimento di sostanze nutritive, in particolare i grassi con conseguente evacuazione voluminosa.
• Dolori ai muscoli ed alle articolazioni: alcuni tipi di vermi hanno la capacità di insediarsi nelle sacche sinoviali o addirittura di incistarsi nei muscoli provocando infiammazioni di tipo artritico e dolori muscolari.
• Anemia: certi vermi si attaccano alla mucosa intestinale e succhiano le sostanze nutrienti dall’ospite. Se i parassiti sono presenti in numero considerevole, possono causare una perdita di sangue tale da rivelarsi una carenza di ferro, anche grave (anemia perniciosa).
• Allergie: i vermi possono irritare e talvolta perforare la parete intestinale, aumentando la permeabilità a grosse molecole indigerite. Ciò può attivare la risposta immunitaria del corpo con incremento dei linfociti eosinofili. Questi a loro volta possono provocare infiammazione dei tessuti e reazione allergica.
• Affezioni della pelle: i vermi intestinali possono causare eruzioni cutanee, orticarie, eczemi e altre tipologie di reazioni della pelle di tipo allergico.
• Granulomi: sono masse simili ai tumori che incapsulano larve e uova di parassiti. Si sviluppano spesso nelle pareti del colon e del retto ma anche nei polmoni, nel peritoneo, nel fegato e nell’utero.
• Nervosismo: rifiuti metabolici dei parassiti e sostanze tossiche possono agire da irritanti per il sistema nervoso centrale. Irrequietezza e ansietà sono spesso la risultante di infestazione parassitaria.
• Disturbi del sonno: risvegli multipli durante la notte, in particolare tra le 2 e le 3 del mattino, è possibile che siano causati dal tentativo del corpo di eliminare rifiuti tossici attraverso il fegato. Secondo la medicina cinese queste ore notturne sono dominate dal fegato. Disturbi del sonno sono anche provocati dalle uscite notturne di alcuni parassiti attraverso l’ano con conseguente prurito e intenso disagio.
• Bruxismo: un anomalo digrignare di denti è stato osservato nei casi di infestazione da parassiti. Questo può essere una risposta nervosa all’irritante interno. Tali sintomi si notano soprattutto nei bambini, durante il sonno
.
• Fatica cronica: i sintomi di fatica cronica includono stanchezza, febbre, apatia, depressione, mancanza di concentrazione e vuoti di memoria. I vermi possono essere la causa di questi sintomi perché provocano malassorbimento di proteine, carboidrati, grassi e vitamine A e B12.
• Disfunzione immunitaria: i vermi deprimono il sistema immunitario attraverso il calo di secrezione di immunoglobulina A. La loro continua presenza stimola il sistema immunitario che a lungo andare può esaurire la sua risposta vitale e permettere l’aggressione di virus e batteri.
Altri sintomi di infestazione da vermi possono essere: aumento di peso, fame eccessiva, sensibilità a particolari alimenti e a situazioni ambientali, perdita di peso, alitosi, asma, diabete, epilessia, acne, mal di testa, prurito in particolari zone del corpo (orecchie, naso, ano, vulva), vuoti di memoria, riflessi lenti, ittero, bruciore di stomaco, disfunzione erettile, problemi legati al ciclo mestruale.
Le specie più diffuse in occidente
I vermi parassiti si dividono in Cestodi e Nematodi. I Cestodi sono più simili alle sanguisughe e sono in grado di attaccarsi alle pareti intestinali a volte con la testa (scolice) a volte con una speciale ventosa. Le loro uova possono essere ingerite dagli esseri umani accidentalmente con la sporcizia, ma più frequentemente la trasmissione avviene attraverso l’ingestione di una ciste creata dalla larva che viene ingerita mangiando carne o verdura fresca; a questo punto il verme quasi allo stato adulto può attaccarsi alle pareti dell’intestino ed avere una dimora sicura dove può proseguire la sua maturazione e deporre le uova.
Fra i cestodi, i più diffusi sono le Tenie; nel “The Essentials of Medical Parsitology” del dottor Thomas J. Brooks, si dice che, “la tenia è il parassita più “vecchio” per l’uomo, tanto che si è così bene adattato a vivere nell’intestino umano che l’individuo può non avere alcun sintomo”. La tenia può raggiungere la lunghezza di 10 metri e può deporre fino a 1.000.000 di uova al giorno.
Tale infestazione può provocare anemia, perché interferisce con la vitamina B12 e con l’acido folico, variazioni di peso, dato che la tenia si appropria di tutto il cibo lasciando l’individuo costantemente affamato, ritenzione idrica, gas intestinale, disfunzioni alla tiroide e all’intestino, iper e ipo glicemia, ittero, tensione addominale. Altri vermi della famiglia dei cestodi, relativamente diffusi nel mondo occidentale, sono i trematodi e fra essi ricordiamo: Fasciola, Paragonimus, Heterophyes, Schistosoma (trematode del sangue), Metagonemus, Dicrocoelium, Alaria, Opistorchis.
Sono piccoli parassiti che si attaccano ad una grande varietà di organi, inclusi polmoni, cuore, intestino, cervello, vescica, fegato e circolo sanguigno, provocando infiammazione e danno. Le uova di trematode hanno piccole spine pronunciate che provocano danno durante la loro migrazione attraverso il corpo. L’infestazione avviene mangiando pesce poco cotto o granchio e verdure.
I Nematodi sono tondi come i vermi terrestri anche se possono essere sottili come un capello o microscopici. Sono i vermi più semplici: le loro uova vengono inghiottite ingerendo della sporcizia, queste poi si sviluppano in piccole larve e prima di arrivare all’intestino, dove divengono adulte, sono già mutate varie volte. Fra i nematodi, i più diffusi sono gli Ascaridi, fra cui in particolare segnaliamo l’Ascara lumbricoide, lo Strongiloide stercoralis, l’Ancilastoma canino, gli Anchilostomatidi, i Trituri, la Toxocara Canis, la Dirofi laria immitis, la Trichinosis e gli Ossiuri.
Questi ultimi sono di gran lunga i vermi maggiormente diffusi nel mondo occidentale; recenti stime riportano che il 30% degli adulti ed il 50% dei bambini ne sono infestati, quindi, gli Ossiuri meritano una particolare attenzione.
Gli Ossiuri sono piccoli vermi bianco-trasparenti di circa 1 cm, detti anche “Enterobius vermicularis”, che vivono esclusivamente nell’intestino umano. Il bambino, ma anche l’uomo adulto, si infesta ingerendo le microscopiche uova del verme. Queste uova, dopo essersi dischiuse nell’intestino, danno origine in circa un mese al verme adulto, la cui femmina depone le uova a livello dell’orifizio anale. Inizialmente l’infestazione colpisce prevalentemente i bambini in età prescolare e scolare (1 bambino su 2!).
Questi, dopo avere toccato oggetti contaminati da feci, mettendosi le mani in bocca ingeriscono inavvertitamente le uova del verme che possono sopravvivere nell’ambiente esterno all’intestino anche qualche giorno. In pratica, quando il verme depone le uova a livello anale il bimbo può avvertire intenso prurito ed è portato a grattarsi il culetto. Piccoli residui di feci attraverso le manine del bimbo possono essere portati agli oggetti con cui viene in contatto: giocattoli, matite, penne, etc. Ed ecco che il “cerchio si chiude”: un altro bimbo o un adulto, toccando gli stessi oggetti e portandosi a sua volta le mani alla bocca, viene infestato.
Il sintomo più tipico è il prurito a livello anale. Nella donna le complicazioni sono maggiori che nell’uomo perché gli ossiuri si possono trovare nella vulva, nell’utero e nelle tube di fallopio perché la femmina dell’ossiuro può “sbagliare strada” nel tentativo di tornare nell’intestino dopo avere deposto le uova. Gli ossiuri si possono anche vedere direttamente: nell’orifizio anale o più raramente nelle feci. Altre volte è necessario ricorrere allo “scotch test”: al mattino, prima che il soggetto evacui e venga lavato, si applica del nastro adesivo per qualche minuto sull’apertura anale.
Se è in corso un’infestazione da ossiuri, le uova rimarranno attaccate al nastro adesivo e potranno essere evidenziate al microscopio. È un esame di laboratorio semplice ma le uova non sempre si “beccano al primo colpo”. Per essere più certi del risultato sarebbe necessario effettuare almeno 3 test, se i primi danno risultato negativo, ma se i sintomi sono chiari, il medico può decidere di procedere direttamente alla cura.
Il trattamento dei vermi con la medicina convenzionale.
Fermo restando che per la medicina “convenzionale” il problema dei vermi intestinali quasi non esiste e si arriva ad una diagnosi dopo differenti tentativi che spesso portano alla prescrizione di innumerevoli inutili esami, la cura si basa sull’uso di farmaci antiparassitari di sintesi come il pirantel pamoato, il mebendazolo e l’albendazolo. Genericamente la terapia si effettua per bocca in unica dose, ripetendola dopo 10-20 giorni (per tentare di eliminare anche i vermi nati da uova dischiuse successivamente alla prima dose).
I familiari conviventi sono considerati a rischio di infestazione e spesso i medici consigliano a tutti loro l’assunzione del farmaco, seppure con notevoli limitazioni, in quanto esso è controindicato in caso di gravidanza, per cui le donne in età fertile devono attendere le mestruazioni prima di assumerlo, e non si può dare ai bambini di età inferiore ad un anno. Inoltre, proprio per la peculiarità delle femmine degli ossiuri di depositare le uova nella zona perianale, il rischio di autoreinfestazione è elevatissimo e, dal momento che il trattamento con tali farmaci non è ripetibile a breve (sono dei veri e propri veleni!), accade spesso che non si riesca ad ottenere una soluzione definitiva.
La natura ti aiuta nell’eliminazione definitiva dell’infestazione da vermi intestinali.
L’approccio naturale ed efficace
Abbiamo visto quanto, in realtà anche nel mondo occidentale, il problema dell’infestazione da vermi sia molto più diffuso di quanto si pensi e quanto la cosiddetta globalizzazione faciliti oltre agli interscambi di merci, prodotti, culture e popoli anche la diffusione di problematiche legate alla salute,nel caso specifico le patologie connesse all’infestazione parassitaria.
A questo punto risolvere le problematiche legate alle infestazioni da vermi è una missione, che deve proporre una serie di componenti vegetali specifici che, per l’assoluta innocuità e la mancanza di controindicazioni, si prestino ad un utilizzo “facile” e possibile anche in caso di una mancanza di diagnosi certa, potendo semplicemente affermare che “in ogni caso, male non fa!” e che al contempo diano garanzia di risultati certi (efficacia). In questo senso quindi, la natura, ancora una volta ci viene in aiuto con principi vegetali specifici che possono egregiamente interpretare il ruolo di “sterminatori di parassiti” senza essere nocivi o dannosi per l’organismo che, suo malgrado, li ospita; fra i vari elementi selezionati, il GSE (Estratto di semi di Pompelmo) ne è il caposaldo perché esprime appieno tali proprietà. GSE e vermi intestinali
Oltre che come antibatterico, antivirale, antimicotico, l’Estratto di semi di Pomplemo (GSE) è largamente sfruttato per le sorprendenti proprietà antiparassitarie; numerosi tests effettuati da Laboratori ed Istituti di tutto il mondo ne dimostrano l’efficacia nei confronti di uno svariato numero di parassiti, fra cui quelli intestinali. I
noltre uno studio pubblicato sul “Journal of Orthomolecular Medicine” Vol.5 n° 3 del ’90, effettuato in vitro ed in vivo sulla microflora intestinale, dimostra l’efficacia del GSE, a varie concentrazioni, verso i microrganismi patogeni e nel contempo la sua “selettività” non intaccando in maniera significativa la flora fisiologica benefica. Dimostrata anche la capacità del GSE di esercitare un’azione protettiva sulla mucosa gastro-intestinale, ha permesso di concludere che il GSE ha un’attività citoprotettiva.
Per le considerazioni sopraccitate, il GSE rappresenta perciò il cardine di un approccio straordinariamente efficace nei confronti dell’infestazione da vermi intestinali. L’associazione e la sinergia con estratti vegetali specifici consente di attuare un approccio che prevede:
1. un’azione a livello intestinale con l’assunzione di formulazioni i cui funzionali, esclusivamente naturali, favoriscono la paralisi o la morte del verme, il suo distacco dalle pareti dell’intestino e l’espulsione della forma adulta con le feci;
2. un’azione a livello perianale per contrastare la deposizione delle uova da parte della femmina di ossiuro, impedendo la riproduzione del verme, la trasmissione delle uova nell’ambiente e la re-infestazione;
Questo approccio, associato come sempre ad un sano stile di vita (alimentare, ma non solo) prevede l’utilizzo di rimedi naturali che per tradizione popolare, confermata da recenti studi, rappresentano un’opportunità per riuscire ad arrivare alla soluzione definitiva.
1. Un’azione a livello intestinale con l’assunzione di formulazioni i cui funzionali, esclusivamente naturali, favoriscono la paralisi o la morte del verme, il suo distacco dalle pareti dell’intestino e l’espulsione della forma adulta con le feci La natura può aiutarti con
Estratto di Semi di Pompelmo: è parassiticida ad ampio spettro efficace anche verso gli Ossiuri. Inoltre, la sua selettività (la capacità di agire sui microrganismi patogeni senza intaccare in maniera significativa quelli fisiologici, come riportato in uno studio pubblicato sul “Journal of Orthomolecular Medicine” n.5 vol.3 del ’90) è una proprietà straordinaria ed unica nel suo genere che facilita il compito del sistema immunitario favorendo la risposta naturale dell’organismo e, quindi, la risoluzione del problema.
Zucca (Cucurbita pepo): i componenti principali sono steroidi, cucurbitina, tocoferoli, olio grasso 40%, pectine, proteine, selenio, magnesio, zinco e rame. Ai semi di zucca viene da sempre attribuita azione antielmintica: il principio vermifugo è la cucurbitina, aminoacido pirrolozidinico che paralizza i vermi e ne provoca il distacco dalla parete intestinale. La cucurbitina sembra essere particolarmente attiva nei confronti di cestodi ed ascaridi.
Quassio (Quassia amara): i principi attivi contenuti nella corteccia colpiscono il sistema nervoso di alcuni parassiti determinando rilassamento generale dei muscoli e stato di morte apparente; per questo è impiegato nelle forme parassitarie intestinali dovute a vermi piatti e tondi. La quassina, inoltre, agisce sulle fibre muscolari lisce dell’intestino aumentandone la contrattilità (attività antidispeptica).
Picrorrhiza kurroa: una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae, con fiori di colore variabile dal bianco al lilla, che cresce spontanea sulle vette dell’Himalaya nella regione nord-occidentale dell’India, ad una altitudine che varia dai 3.000 ai 5.000 metri. Chiamata in lingua indiana “Katuki”, la Picrorrizha è da secoli utilizzata dalle popolazioni dei paesi di origine per favorire le funzionalità digestive, di depurazione dell’organismo e per la spiccata attività antielmintica.
Tanaceto: una pianta comunemente coltivata negli orti, cresce anche spontaneamente nelle boscaglie umide o ai margini dei fiumi, con fusto erbaceo eretto portante foglie grandi; i fiori sono a capolini interamente gialli; fiorisce in estate. L’azione antielmintica è dovuta soprattutto al terpene biciclico tujone che esercita sugli ascaridi e sugli ossiuri un effetto convulsivante con morte dopo 24-72 ore.
Olio essenziale di Cannella: da sempre impiegata per conferire a cibi e bevande un sapore e un aroma inconfondibili, il suo olio essenziale è anche una pianta medicinale perché ha una potente azione battericida e vermifuga (contro i vermi intestinali), riduce i gas intestinali, è digestiva e stimolante.
Cascara (Rhamnus purshiana): contiene composti antrachinonici e antranolici. Alla dose impiegata nel prodotto ha un’azione lassativa; tale attività si svolge sul grosso intestino e non è seguita da dolori intestinali. Questo è dovuto al fatto che la droga è più ricca di frazione antrachinonica in forma glucosidica che può raggiungere l’intestino crasso senza “mettere in libertà” degli antrachinoni liberi che sono invece irritanti.
Il veicolo migliore per questi elementi, dato il sapore particolarmente amaro della maggior parte di essi, è un integratore alimentare in compresse da deglutire.
Nel caso si tratti di bambini, con analoga composizione delle compresse, è disponibile la versione in forma bevibile.
Artemisia: l’azione antielmintica è dovuta soprattutto al terpene biciclico tujone che esercita sugli ascaridi e sugli ossiuri un effetto convulsivante con morte dopo 24-72 ore.
Tanaceto: l’attività vermicida decisamente spiccata, come per l’Artemisia, è data soprattutto dalla presenza di tujone che si è rivelato essere decisamente efficace in tal senso.
Olio di Cocco: contiene acido laurico, miristico, palmitico, palmitoleico, stearico, oleico, linoleico, linolenico, arachico, caprilico, undecanonico, tridecanonico, proteine, vitamine e zuccheri. Sulla cute ha un’azione rinfrescante e repellente verso i parassiti.
Olio di Avocado: ha ottime proprietà eudermiche (composizione sebosimile), un alto tenore in acidi grassi non saturi ed acidi grassi essenziali e quindi la capacità di normalizzazione del film idro-lipidico cutaneo.
Burro di Karitè: contiene principalmente acido oleico, acido stearico, acido linoleico, acido palmitico, acido laurico, acido arachidico, acido linolenico, acido miristico, acido palmitoleico, acido caprico, acido caprilico. Esplica un buon “effetto barriera”.
Olio di Jojoba: per la sua stessa struttura chimica, non essendo di natura triglicerica contrariamente a tutti gli altri oli vegetali, ha una naturale affinità con la nostra pelle e incoraggia le cellule a produrre elastina e collagene. Gli indiani lo hanno usato per secoli come cicatrizzante e protettivo.
Camomilla: contiene un olio volatile costituito da α-bisabololo, azuleni ed altri terpeni. Sono presenti inoltre alcuni flavoni, cumarine, acidi fenolici e mucillagini. L’attività lenitiva ed antipruriginosa della camomilla è stata provata “in vivo”, a conferma dei preparati topici nella cura di dermatiti e affezioni cutanee.
Aloe barbadensis: si ritiene che il marcato effetto antinfiammatorio, lenitivo e nel contempo emolliente ed antipruriginoso, sia da attribuire alla presenza nella pianta di polisaccaridi, aminoacidi, acidi, acidi di grassi polinsaturi, enzimi, saponine e composti antracenici.
Il veicolo ideale per l’applicazione dei suddetti componenti è una crema perianale.
CONSIGLI ALIMENTARI DURATA DELLA DIETA: ALMENO 1 MESE
ALIMENTI DA ELIMINARE
Zuccheri: zucchero raffinato (bianco, ossia saccarosio), glucosio, maltosio, mannitolo, lattosio, galattosio, succo d’acero, succo d’agave, miele, melassa,cioccolato, marmellate, creme, budini, caramelle, biscotti farciti, prodotti di pasticceria in generale, sciroppi, succhi di frutta, gelati, bibite zuccherate etc.
Cereali raffinati: pane bianco, cereali brillati e farine “bianche”.
Latte (e tutti i latticini, incluso lo yogurt).
Carne (rossa).
Cibi industriali (confezionati, conservati, raffinati).
Caffè.
Alimenti a cui si è intolleranti o allergici.
Sale raffinato.
Alcolici.
ALIMENTI DA CONSUMARE CON CAUTELA
Carne bianca (biologica).
Zucchero di canna integrale (solo se indispensabile). Come dolcificante preferire malto di riso, malto di mais, malto d’orzo, dolcificanti naturali ottenuti dalla germinazione dei cereali, peculiarità che li rende un concentrato di minerali e vitamine. Il malto a differenza dello zucchero grezzo di canna viene assimilato lentamente dall’organismo e fornisce un’energia costante e continua mantenendo il tasso glicemico pressoché uniforme. La germinazione inoltre contribuisce alla formazione di amilasi, enzima che favorisce la demolizione dell’amido, riducendo la quota che arriva indigerita nell’intestino crasso e quindi minimizzando il rischio di fermentazioni.
Uova (solo se biologiche).
Si consiglia anche di evitare l’eccesso di cereali contenenti glutine: frumento, farro, avena, kamut, orzo, segale e derivati.
Tè comune e tè verde.
ALIMENTI DA PREFERIRE
Frutta e verdura biologica di stagione per la spiccata azione antiossidante e immunostimolante.
Cereali integrali e pseudocereali privi di glutine (riso, miglio, mais, quinoa, amaranto, grano saraceno).
Legumi (lenticchie, ceci, fagioli, piselli, soia, fave).
Oli di prima spremitura a freddo (oliva, cartamo, sesamo, canapa, lino, etc.).
Tofu, tempeh.
Pesce di piccola taglia e di mare aperto (orate, sardine, branzini, triglie, sgombri, etc.).
Semi oleaginosi (di lino, di zucca, di sesamo, noci, mandorle, nocciole).
Sale integrale. Per la colazione preferire bevande vegetali (“latte” di soia, di miglio, di quinoa, di grano saraceno, di avena, di riso, di riso germogliato, di mandorle,) tè rosso, tè kukicha (privi di teina e caffeina), i fiocchi (di quinoa, di riso, di grano saraceno), i soffiati (di miglio, di riso, di grano saraceno, di amaranto), yogurt di soia.
Alghe (Kelp).
Per l’azione detossificante: agrumi (in particolare limoni e pompelmi), finocchio, sedano, ortaggi appartenenti alla famiglia delle cruicifere (rucola, cavolfiore, cavolo cappuccio, broccolo, cavolo viola, verza, ravanello, rapa, etc.), carciofi, cardi, cicoria, tarassaco.
Per favorire il transito intestinale e l’espulsione dei vermi consumare abbondanti quantità di fibre, reperibili nella frutta, nella verdura, nei cereali integrali, nei pseudocereali e nei legumi. Nello specifico, per la ricchezza di inulina (fibra che favorisce lo sviluppo della flora intestinale benefica) consumare topinambur, cicoria e carciofo.
Per le proprietà antiparassitarie, antimicotiche, disinfettanti che rendono l’intestino dell’ospite poco piacevole al parassita, unitamente all’alta concentrazione di inulina, mangiare aglio e cipolla sia crudi che cotti; il medico Jean Valnet nel libro “Cura delle malattie con piante e aromi” ed. Giunti consiglia di grattugiare 3 o 4 spicchi d’aglio in 1 tazza d’acqua bollente, lasciare macerare tutta la notte e bere la mattina seguente, a digiuno.
Semi di zucca da consumare quotidianamente come snack e da abbinare alla verdura e ai cereali. I semi di zucca sono infatti ricchi di cucurbitina, che oltre ad avere un’azione preventiva nei confronti dei disturbi prostatici, si ritiene favorisca l’eliminazione dei vermi intestinali (nella cultura popolare, anticamente, si somministrava una dose massiccia di semi, a cui seguiva una purga per facilitare l’eliminazione del parassita).
Per la ricchezza di acidi grassi polinsaturi tra cui omega-3 (acido grasso essenziale noto per la capacità di contrastare lo stato infiammatorio): aumentare l’assunzione di olio di lino, di canapa, etc. Erbe aromatiche: timo, origano, maggiorana, rosmarino, erba cipollina. Spezie: curcuma, curry, cannella, zenzero, chiodi di garofano.
BEVANDE
Acqua: bere almeno 2 litri d’acqua al giorno, a temperatura ambiente e lontano dai pasti, scegliendo acque con residuo fisso inferiore a 50 mg/litro e con pH compreso tra 6 e 7.
Bevande: tisane, decotti, centrifugati, spremute d’agrumi, infusi d’erba, tè bancha (ne esistono di due tipi: il hojicha con un contenuto minimo di teina, e il kukicha privo di teina), tè rosso conosciuto come tè rooibos: a differenza del tè nero e del tè verde, è naturalmente privo di teina e si caratterizza per la presenza di sostanze naturali importanti per l’organismo, come Vitamina C, Magnesio, Fosforo, Ferro, Zinco e Calcio (tutte le bevande sono da consumare al naturale).
CONSIGLI DI CARATTERE GENERALE
Smettere di mangiare e bere almeno 3/4 ore prima di andare a letto, masticare ogni boccone dalle 30 alle 50 volte, preferire il più possibile alimenti crudi o cotti al vapore (temperature superiori ai 48° uccidono gli enzimi), non mangiare cibi ossidati (per esempio la frutta quando inizia a scurirsi).
Riposare adeguatamente. Come regola generale, andare a letto sempre alla stessa ora e fare da 6 a 8 ore di sonno ininterrotto; cercare di non mangiare e bere nelle 3/4 ore prima di coricarsi. Se si ha fame o sete mangiare un po’ di frutta un’ora prima di andare a letto; se necessita fare un breve pisolino di mezz’ora dopo pranzo. Evitare l’uso di farmaci se non strettamente indispensabili (in particolare antibiotici, cortisonici, antidepressivi ed anticoncezionali).
Evitare di mangiare carne poco cotta e lavare accuratamente frutta e verdura. Tutta la famiglia deve fare attenzione, quando un componente ha i vermi, perché il rischio di infestazione è molto alto. È importante pertanto lavare accuratamente le lenzuola, gli asciugamani, i pigiami e la biancheria intima di a temperature superiori a 60° C, aggiungendo mezzo cucchiaino di estratto di semi di pompelmo liquido (GSE Gocce) al normale detersivo, prima di eseguire il lavaggio. Tre o quattro volte al giorno fare 4 respiri profondi (espirazione due volte più lunga dell’inspirazione) associando ad essi un ricordo positivo; questa pratica aiuta ad eliminare le tossine ed i radicali liberi dall’organismo; non indossare vestiti attillati che esercitino costrizione sulla respirazione.
ATTIVITÀ FISICA
Praticare giornalmente del movimento, almeno 20-30 minuti di passeggiata. Il corpo è fatto per muoversi e per essere attivo e, se siamo carenti in questo, ne pagheremo le conseguenze. Nella vita moderna sembra che non ci sia il tempo per l’attività fisica, ma in realtà nessuno può pensare di farne a meno, soprattutto a causa della vita attuale, stressante e tossica. Il moto infatti, oltre ad essere un valido strumento per scaricare le tensioni emotive, mantiene l’intero organismo in salute, favorisce il processo di detossificazione, migliora il metabolismo ed è un ottimo rimedio per sollecitare il tessuto osseo aumentando densità e resistenza. Si consiglia sempre un esercizio fisico che sia adeguato all’età.
PENSIERO POSITIVO
La motivazione positiva è ciò che permette di raggiungere gli scopi prefissati, tra cui anche il miglioramento della salute. Contrariamente la negatività è “veleno” in quanto condiziona negativamente corpo e psiche che sono indissolubilmente interconnessi tra di loro, pertanto il “soma” (organismo) è fortemente condizionato ai pensieri e dalle emozioni.
Quando ci troveremo faccia a faccia con un malessere o con ciò che non ci piace, che non ci fa stare bene, avremo l’opportunità di ripetere a noi stessi che “staremo meglio”; giorno dopo giorno il problema diventerà un’opportunità per la trasformazione e il cambiamento. Ormai le evidenze non lasciano più dubbi: il pensiero positivo può veramente guarire! Una persona ammalata può avere difficoltà a credere di star bene, ma se accetta l’idea di “sempre meglio”, questo implica “un po’ meglio di ieri”. Il subconscio che registra questo pensiero farà in modo che ci si predisponga effettivamente ad un miglioramento, e il risultato incoraggiante permetterà di crederci fino a poter dire finalmente: “sto bene”. Ogni giorno, quindi, troviamo il tempo per praticare il pensiero positivo, per ascoltare il nostro corpo e volerci bene, per nutrire sentimenti di gratitudine e di apprezzamento.
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