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Camomilla, indizi sull'efficacia contro il tumore

  • Immagine del redattore: iveta-semetkova
    iveta-semetkova
  • 6 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Una sostanza contenuta nella pianta, l'apigenina, sarebbe in grado di influenzare la formazione dell'mRna nelle cellule di carcinoma mammario, privandole della caratteristica immortalità. È il risultato di uno studio dell'Ohio State University


Un altro degli infusi più classici potrebbe rivelarsi un alleato nella lotta contro il tumore al seno: la camomilla. A metterne in evidenza gli effetti benefici è infatti un recente studio della Ohio State University, apparso sulle pagine dei Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Il segreto della camomilla sarebbe l'apigenina, un flavonoide (una classe di nutrienti tipici delle piante) capace di interferire con la produzione dell'Rna nelle cellule del tumore al seno, privandole della capacità di sopravvivere indefinitamente, e bloccandone la proliferazione incontrollata.

Un nutriente vegetale. I flavonoidi sono la più ampia classe di sostanze fitochimiche presenti nelle piante, ovvero nutrienti che non sono essenziali per la nostra sopravvivenza, ma che hanno un effetto benefico per la salute. Nonostante i loro effetti sull'organismo siano molto studiati, si sa però ancora poco riguardo ai loro specifici meccanismi d'azione a livello cellulare. “Sappiamo di dover mangiare in maniera sana, ma in molti casi non conosciamo le ragioni per cui dobbiamo farlo, almeno da un punto di vista molecolare”, commenta Andrea Doseff, professore di Medicina Interna e Genetica Molecolare della Ohio State, e coautore dello studio. Nel lavoro pubblicato su Pnas, il team di Doseff ha deciso di indagare l'azione dell'apigenina, un flavonoide presente in grandi quantità nella camomilla, nel sedano e nel prezzemolo, e sospettato da tempo di interferire con lo sviluppo delle cellule tumorali.

Le proteine. I ricercatori hanno utilizzato delle tecniche di analisi genetica per determinar quali proteine vengono influenzate dall'azione dell'apigenina. Delle oltre 160 emerse dallo studio, una delle più importanti è hnRNPA2, responsabile del funzionamento dell'Rna messaggero (mRna), ovvero l'Rna che contiene le istruzioni con cui vengono assemblate le proteine. La scoperta è importante, perché l'otto per cento di tutti i tipi di cancro è causato da una produzione anormale di mRna, che permette alle cellule tumorali di sopravvivere alla “morte cellulare programmata” a cui vanno in contro le cellule normali, e di riprodursi quindi indefinitamente.

L'azione sulle cellule del tumore al seno. Dallo studio è emerso che nelle cellule di tumore al seno l'apigenina interagisce con il funzionamento di hnRNPA2 proprio durante la formazione dell'mRna. Per questo motivo, i ricercatori ipotizzano che sia in grado di ripristinarne il funzionamento normale, impedendo così alle cellule tumorali di continuare a replicarsi in maniera incontrollata. “Interagendo con questo proteine, l'apigenina è in grado di riportare le cellule tumorali a funzionare come quelle normali”, spiega Doseff, “Riteniamo quindi che questa sostanza abbia un grande potenziale anche da un punto di vista clinico, come strategia di prevenzione anti-cancro”.


 
 
 

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